|
||||||||||||
![]() |
||||||||||||
Musei
|
||||||||||||
MUSEI/1 DENVER ART MUSEUM (DENVER, COLORADO) di Cristiano Giometti Il
Denver Art Museum è il più grande museo d'arte presente
tra Kansas City e San Francisco, e ospita una collezione che conta oggi
più di 40.000 opere. Generalista per vocazione, l'istituto venne
fondato nel 1894 con una dotazione di pochi oggetti ed un budget per le
acquisizioni ancora più limitato: la sua missione voleva essere
quella di "arricchire la vita delle generazioni presenti e future
attraverso l'acquisto, l'esposizione e la conservazione di opere d'arte".
Nonostante gli inizi difficili, a partire dagli anni '30 del Novecento
una serie di donazioni hanno portato a Denver un numero considerevole
di capolavori, tanto che nel 1964 erano già attivati sei dipartimenti
e l'inventario generale enumerava ben 16.321 pezzi. Uno dei momenti più
significativi nella lunga storia del DAM, si ebbe nel 1954 con il lascito
della Samuel H. Kress Foundation di trentadue dipinti e due sculture del
Rinascimento italiano. Mr Kress aveva concepito un grandioso ed originalissimo
progetto volto a arricchire culturalmente l'intera nazione, progetto iniziato
nel 1939, con il dono di 391 opere della sua collezione alla National
Gallery of Art di Washington. A seguito della malattia, l'operazione venne
portata avanti dal fratello di Samuel, Rush H. Kress, che in collaborazione
con la fondazione, selezionò 20 musei disseminati su tutto il territorio
nazionale a cui destinare una serie significativa di opere. A Denver,
undicesima città della lista, furono assegnati dipinti di Domenico
Ghirlandaio, Francesco Pesellino e Vittore Carpaccio, oltre alla tavola
raffigurante l'"Ecce Homo", eseguita da Orcagna nel 1350. Tuttavia,
il Dipartimento di Pittura e Scultura espone anche numerose tele di quegli
artisti immancabili in un museo statunitense come Claude Monet, Edgard
Degas, Mary Cassat e Henry Matisse. L'arte della frontiera è rappresentata
dai paesaggi di Albert Bierstadt e dai cow-boy di Frederic Remington,
mentre la raccolta di manufatti degli indiani d'America, con i suoi 17.000
pezzi, è una tra le più ricche della nazione. Particolarmente
interessante, è poi la collezione di design e architettura, che
si completa con l'Herbert Bayer Collection and Archives, interamente dedicati
ai lavori del Bauhaus. Altro capolavoro è senza alcun dubbio la
moderna struttura che ospita il DAM dal 1971, anno della sua inaugurazione
ufficiale. Progettata da Gio Ponti in collaborazione con lo studio James
Sudler Associates di Denver, la costruzione è costituita da due
edifici torreggianti, segmentati in ben ventotto lati e ricoperti esternamente
con più di un milione di scintillanti piastrelle grigie, che furono
appositamente disegnate da Dow Corning. Nel 1999 la municipalità
di Denver ha approvato lo stanziamento di $ 62.5 milioni di dollari per
la realizzazione di un nuovo edificio che sarà costruito proprio
di fronte a quello di Gio Ponti e a esso collegato, e che porterà
gli spazi espositivi ad un totale di 350.000 piedi quadrati. Nel Luglio
del 2000, il City Selection Committee e i Trustees del museo hanno selezionato
l'avveniristico progetto dell'architetto Daniel Libeskind, già
autore della cosiddetta Spiral Extention del Victoria and Albert Museum
di Londra.
MUSEO DE LAS AMERICAS (DENVER, COLORADO) di Cristiano Giometti Il Museo de las Americas di Denver è nato con lo scopo di promuovere e valorizzare l'arte e la cultura dei popoli latini d'America, collezionando e preservando i manufatti e le opere prodotte nelle diverse aree del continente dai tempi antichi fino ai nostri giorni. L'istituto è stato fondato il 29 Aprile del 1991, e è il risultato di un intenso dibattito scaturito in seno ad un variegato gruppo di artisti, docenti, volontari, e uomini d'affari, tutti di origini latine. Ufficialmente riconosciuto dallo stato del Colorado il 12 Settembre del 1992, il Museo de las Americas è un ente no-profit governato da un Board of Trustes composto da 15 membri; la sua sede è situata presso l'816 di Santa Fe Drive, nel cuore di una zona che sta diventando il centro commerciale e anche culturale della comunità latina di Denver. La collezione permanente consente di approfondire la conoscenza degli usi e costumi delle popolazioni latine d'America, a partire dalla età precolombiana. Particolarmente suggestiva, è la raccolta di statue lignee policrome dette "bultos", raffiguranti prevalentemente Gesù, la Vergine Maria e i santi più popolari e venerati, importate dagli spagnoli nel nuovo mondo, in seguito alla conquista del Messico, nel 1521, dando vita a una tradizione che si è tramandata fin nel Novecento. Quasi tutte eseguite da artefici anonimi, queste sculture mostrano spesso evidenti scarti stilistici e qualitativi; infatti, mentre gli artisti delle città potevano copiare direttamente pregevoli esemplari di scultori europei o attingere a fonti iconografiche dirette, quelli attivi nelle campagne erano costretti ad eseguire copie da repliche già scadenti, utilizzando materiali poveri e quindi facilmente deperibili. Nel 1996, la collezione del museo si è arricchita di una nuova opera, particolarmente significativa per il suo valore simbolico: si tratta di una replica in scala della famosa Piedra del Sol azteca, venuta alla luce nel 1760 tra le rovine di Tenchtitlan, e oggi conservata presso il Museo di Antropologia di Città del Messico. L'esemplare di Denver, composto da più di 4400 pezzi realizzati con 84 tipi di legni diversi, è stato pazientemente ricostruito da Gerry Labbe in diciotto mesi di incessante lavoro. Bibliografia: www.museo.org
|