|
||||||||||||
![]() |
||||||||||||
Musei
|
||||||||||||
Premessa di Ettore Spalletti Quando
mi venne proposto da Giovanni Carlo Sciolla, curatore dell'importante
enciclopedia Utet "L'Arte", di assumermi la responsabilità
di confezionare un intero volume da dedicare ai musei nel mondo, accettai
subito con entusiasmo, e subito proposi di impostare il dizionario (perché
di questo si trattava) sulla storia dei musei e delle loro collezioni,
giacché niente di simile era disponibile per gli studi. Raccolto
un discreto, ma non troppo esteso, gruppo di collaboratori iniziammo così
quella che presto si configurò come una piccola, per molti aspetti
appassionante, avventura; anche perché fummo tutti d'accordo nel
raccogliere informazioni, per così dire, con una rete a maglie
strette, rimandando ad un momento successivo le eventuali selezioni. Assai
presto il materiale raccolto - in molti casi attraverso mille difficoltà
per la mancanza di informazioni bibliografiche e critiche - cominciò
a configurarsi come un prezioso mosaico nel quale emergevano realtà
museali spesso inattese, se non addirittura sconosciute. In questo quadro
d'insieme, naturalmente, furono proprio i musei "minori" ad
interessarci maggiormente, e le informazioni che mano a mano venivano
acquisite prendevano forma in "schede" del massimo interesse. NEW YORK, THE WHITNEY MUSEUM OF AMERICAN ART
di Cristiano Giometti All'inizio
del Novecento l'attenzione dei grandi mecenati e dei curatori dei più
importanti musei americani era completamente rivolta all'Europa, e alle
opere di quegli artisti, da Monet a Picasso, che all'epoca monopolizzavano
il mercato. A differenza dei suoi contemporanei, la scultrice e collezionista
Gertrude Vanderbilt Whitney si impegnò attivamente al fine di sostenere
il lavoro degli artisti americani viventi, e di favorire una maggiore
conoscenza e valorizzazione dell'arte nazionale. Inizialmente Mrs Whitney
dette vita al Whitney Studio Club, aprendo le porte del suo atelier
nell'Ottava strada del Village ad amici e colleghi che qui potevano scambiarsi
idee ed esporre i loro lavori. Nel 1931, questo esperimento sfociò
nella fondazione del museo vero e proprio che fu dotato di una collezione
permanente costituita da 700 opere, tutte provenienti dalla raccolta personale
della sua promotrice. Oltre ad un nutrito gruppo di modernisti come Stuart
Davis e Charles Demuth, in questo primo nucleo erano assai ben rappresentati
anche i pittori della Ashcan School, tanto amati e supportati da Mrs Whitney,
ma avversati da critici e mercanti per la loro vocazione a rappresentare
scene di ordinaria vita cittadina, con una tecnica caratterizzata da pennellate
libere e veloci. Nei vent'anni successivi alla fondazione, la collezione
si è continuamente arricchita grazie alla generosità di
Gertrude Whitney la quale, grazie all'istituzione di mostre Annuali e
Biennali che, a partire del 1932, vennero ospitate nelle sale del museo,
poté usufruire di un osservatorio privilegiato per la scoperta
di talenti emergenti e per l'acquisto delle opere. Dopo la morte di Mrs
Whitney (1942), e della prima direttrice Juliana Force (1948), le nuove
acquisizioni sono state rese possibili in virtù dei fondi donati
dai sostenitori del museo. Infatti, con il fondamentale apporto dei Friends
of the Whitney costituitisi nel 1956, la collezione permanente si è
arricchita di opere di particolare interesse storico-artistico come Mahoning
di Franz Kline (1956), e Door to the River di Willem de Kooning
(1960), che hanno contribuito a colmare alcuni vuoti significativi soprattutto
nella sezione dedicata all'espressionismo astratto. Bibliografia:
D. A. ROSS, A. D. WEIMBERG, B. VENN, American Art of the Twentieth
Century. Treasures of the Whitney Museum of American Art, New York
1998 NEW YORK, EL MUSEO DEL BARRIO di Cristiano Giometti A
Manhattan, la comunità di lingua spagnola si concentra ad East
Harlem, in una vasta area delimitata dalla Fifth Avenue e dall'East River.
Il cosiddetto "barrio" è abitato in maggioranza da cittadini
originari di Porto Rico, ed è proprio a loro che si deve la fondazione
del Museo del Barrio. Nel 1969, infatti, un gruppo di artisti, insegnanti
e intellettuali portoricani si riunirono allo scopo di creare un museo
volto a salvaguardare e a promuovere negli Stati Uniti la cultura e l'arte
della loro nazione, e più in generale dell'America Latina. Il nuovo
istituto si proponeva inoltre di dare maggiore visibilità agli
artisti emergenti, garantendo supporti didattici e finanziari per completare
il loro iter formativo. Sull'onda del grande interesse nei confronti delle
culture non europee diffusosi tra i musei di New York alla fine degli
anni '60, El Museo iniziò la sua attività nelle classi di
una scuola pubblica per poi spostarsi, tra il 1969 e il 1976, in alcuni
magazzini tra la Third e la Lexington Avenue, nel cuore del barrio. Finalmente,
nel 1978, la sede permanente venne fissata nell'elegante Heckscher Building,
al 1230 della Fifth Avenue; lo spostamento in una zona più centrale
e più prossima ad importanti mete di grande attrazione, favorì
la sua conoscenza da parte di un pubblico più ampio. Nello stesso
anno, la nascita della Museum Mile Association, di cui El Museo fu tra
i 9 membri fondatori insieme ad altri prestigiosi istituti quali il Metropolitan
Museum e il Solomon Guggenheim Museum, sancì definitivamente il
suo successo.
|
||
Ceramic Taino Vessel, Repubblica Dominicana, 1200-1500 d.C., N.Y., Museo del Barrio |
||
|