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In libreria
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Giulio Carlo Argan. Storia dell'arte e politica dei
Beni Culturali di Irene
Buonazia Per i dieci
anni dalla morte, nell'ottobre scorso l'Associazione Bianchi Bandinelli
ha presentato in Campidoglio la seconda edizione della raccolta di studi
e testimonianze su Giulio Carlo Argan, esposti al convegno romano del
1993 e da tempo introvabili. Allora si volle giustamente sottolineare
l'interazione tra le due facce di Argan, storico e amministratore dell'arte:
Di Macco ricostruiva gli anni della formazione torinese, Serio e Ferrari
il rapporto con Bottai e l'azione di tutela durante la guerra, Contardi
e Cordaro - ora purtroppo entrambi tra coloro da ricordare - rispettivamente
i temi affrontati negli anni di docenza universitaria, e il progressivo
determinarsi di una Storia dell'arte. Seguiva poi una sezione su Argan
sindaco della capitale dal 1976 al 1979: una città viva nella e
per la sua storia (La Regina e Aymonino, che insiste sull'importanza dell'assessorato
al centro storico, istituito da Argan). |
La scena
rubata. Il cinema italiano e lo spettacolo popolare (1924-1954), edito
recentemente da Vita e Pensiero per i Quaderni dello STARS, costituisce
un agile e sostanziale contributo alla ricerca sullo spettacolo popolare,
filone di studi ormai piuttosto ricco, come testimonia peraltro la folta
bibliografia fornita dall'autrice. Dell'ambigua ricchezza del termine
"popolare" molto si è detto e scritto, contrapponendo
di volta in volta i prodotti popolari a quelli contrassegnati da poetiche
d'autore, o destinati ad un pubblico d'élite oppure, infine, a
quelli confezionati per il consumo di massa. Categoria variabile e difficilmente
circoscrivibile, il popolare sembra prender forma soltanto in termini
oppositivi, dando adito a definizioni ondivaghe e ambivalenti. Ma è
proprio con questa materia magmatica, con l'insieme di convinzioni, conflitti
e idiosincrasie che concorrono a identificare la categoria "popolare"
che La scena rubata si confronta, tentando di trasporre questa enigmatica
sfuggevolezza in termini di ricchezza, di produttiva complessità.
Partendo dal testo come dato imprescindibile, Paola Valentini adotta la
prospettiva dei Cultural Studies, guardando ai prodotti cinematografici
come a elementi di una rete più vasta, oggetti che agiscono e interagiscono
in un determinato contesto culturale e mediale. |
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Contemporanee
percorsi e poetiche delle artiste dagli anni Ottanta ad oggi A cura di Emanuela De Cecco, Gianni Romano Ed.postmediabooks, Milano, 2002, pp.373, euro 21.50 di Alberto Salvadori Da pochi mesi è uscito il bel libro a cura di Emanuela De Cecco e Gianni Romano Contemporanee, percorso al femminile nell'arte degli ultimi venti anni. I due curatori hanno realizzato un lavoro di indagine e ricerca critica strutturato in quattro sezioni ben definite che aiutano il lettore, non necessariamente un addetto ai lavori, a godere appieno del materiale riportato. La parte introduttiva è affidata a due scritti, Trame: per una mappa transitoria, della De Cecco, e Pratiche mediali, di Romano, che analizzano da due ottiche distinte la produzione, i significati e i diversi contesti, nazionali ed internazionali, dell'arte vista al femminile. |
Contemporanee
non deve essere frainteso quale gesto di difesa per una minoranza, bensì
risulta essere un progetto nato dalla volontà di restituire a noi
lettori un quadro generale, il più possibile completo, della presenza
femminile dell'arte nel mondo dell'arte degli ultimi venti anni. |