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mostra
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Corsi
e ricorsi della pittura spagnola di Chiara Savettieri E' il 1809
quando il pittore-mercante d'arte Jean-Baptiste Le Brun scrive :"L'Espagne
est une mine de richesse de l'art", affermazione per noi scontata,
quasi banale, ma non per il pubblico francese di allora che dell'arte
spagnola sapeva poco o nulla. Le Brun, spinto dal desiderio di conoscere
e far conoscere maestri ignoti, aveva viaggiato in Spagna, scoprendo dei
capolavori; mosso dalla volontà di "arracher de l'oubli plusieurs
maitres célèbres qui sont inconnus de tout ce qui n'est
pas l'Espagne", aveva deciso di pubblicare un testo, corredato di
incisioni, che divulgasse le sue "scoperte". Pungolato da una
vorace curiosità, ossessionato dalla mania dell'inedito, Le Brun
fu fra gli assertori più agguerriti del valore dell'originalità,
della necessità di ampliare il gusto del pubblico, di proporre
agli artisti nuovi modelli cui ispirarsi. Non è un caso che nel
1795 egli scrisse un libello in cui metteva in discussione la validità
del modello tradizionale di insegnamento dell'arte: poiché necessariamente
il maestro esercita un potere di coercizione sull'allievo imponendogli
di imitare se stesso e i suoi modelli, l'unico modo affinché il
genio personale del pittore-apprendista germogli spontaneamente è
lasciarlo libero di scegliere i modelli a lui più consoni. |
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Immagini a confronto: D. Velàsquez, Il buffone Pablo de Valladolid, 1636-37, Madrid, Prado E. Manet, L'attore tragico:Rouvière nella parte di Amleto, 1865-66, Washington, National Gallery of Art |
Tom Thomson (1877-1917), icona dell'arte canadese: una retrospettiva itinerante di Veronica Neri A
Thomas Thomson, figura simbolo della giovane arte canadese, viene tributata,
dopo più di trent'anni dalle ultime grandi retrospettive, una nuova
esposizione monografica, curata dalla Art Gallery of Ontario di Toronto
e dalla National Gallery of Canada di Ottawa e destinata ad impreziosire
- tra il giugno 2002 ed il dicembre 2003 - alcune tra le principali istituzioni
artistiche del paese, da Ottawa a Vancouver, da Quebec a Toronto, a Winnipeg.Coordinata
da Charles C. Hill, con il contributo di Andrew Hunter, Joan Murray e
Dennis Reid, l'esposizione recepisce i più recenti studi dedicati
all'artista, il cui operato viene analizzato secondo un approccio che
suggerisce nuove chiavi interpretative di una produzione fortemente influenzata
da una personalità "vagabonda", la cui arte vive in simbiosi
con gli spazi sconfinati e con la natura incontaminata tipici della provincia
dell'Ontario.
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T. Thomson,
The Jack Pine, 1916-17, |
Doug Aitken, New Ocean. A Shifting Exhibition. di Lucia Francia, Alberto Salvadori Dopo la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1999 è di
nuovo visibile in Italia l'opera dell'artista statunitense Doug Aitken,
rappresentato questa volta dall'installazione New Ocean, prodotta ed organizzata
dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino. New Ocean è
un percorso visivo composto da cinque video, di varia natura e forma,
girati nei cinque continenti ed ispirati alla dimensione acquatica. Doug Aitken a Torino |