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Cuspide

Patrimonio SOS: un osservatorio in azione sui Beni Culturali

di Donata Levi

www.patrimoniosos.it , "sito di servizio" in rete dal 23 novembre 2002, è nato sull'onda delle preoccupazioni suscitate dall'approvazione, lo scorso giugno, della legge 112 sulla Patrimonio Spa. Fu allora - ed è tuttora - fortissima la sensazione che la legge nascondesse la volontà di trasformare un patrimonio comune, di tutti, in un patrimonio privato, di pochi, e che sancisse definitivamente l'idea di una preminenza del valore venale contingente dei nostri beni culturali rispetto ai più alti e duraturi valori simbolici nei quali si sono riconosciute, si riconoscono e, speriamo, si riconosceranno in futuro generazioni di italiani. Nel luglio un nostro appello, indirizzato alle massime autorità dello Stato e firmato da più di 2300 persone, rimase inascoltato. Il silenzio con cui fu accolta questa mobilitazione ci indusse ad una riflessione sulle modalità della protesta e sull'opportunità di non limitarsi ad un semplice (e forse sterile) appello. Nel frattempo si erano verificati ulteriori, preoccupanti episodi:
- ad agosto, era stato pubblicato l'elenco dei beni immobili di proprietà dello Stato appartenenti al patrimonio indisponibile e disponibile, che per quanto non legato direttamente alla legge di giugno (ma a quella, citata, del novembre 2001), comunque si ispira alla stessa linea politica
- ad ottobre, a ribadire la reale volontà del Governo, era stato bocciato un progetto di legge presentato da varie componenti della sinistra (Ripamonti, Del Turco, Giovannelli) per emendare il famigerato art. 7 della legge 112
- contemporaneamente si era diffusa una maggior sensibilità nei confronti di questi problemi grazie anche alla pubblicazione dei saggi di Silvia Dell'Orso e di Salvatore Settis, prima, e di Roberta Cappelli e dello stesso ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani, poi.

Di fronte a questa situazione, ci è sembrato utile creare un sito che fosse contemporaneamente raccolta di materiali, luogo di interventi ed osservatorio della situazione: raccolta di materiali (leggi, stampa quotidiana e periodica, comunicati di associazioni e partiti), per dare gli strumenti migliori per conoscere e capire l'evolversi della situazione; luogo di interventi, per raccogliere e diffondere i pareri dei vari specialisti (giuristi, archeologi, storici dell'arte, politici ecc.); infine, osservatorio sui beni in pericolo. In questo ambito ci è sembrato di primaria importanza mettere a disposizione il fitto e criptico elenco pubblicato in agosto dall'Agenzia del Demanio, che in più di 800 pagine, censisce e individua una valutazione di immobili del patrimonio disponibile ed indisponibile dello Stato. Prima consultabile solo su supporto cartaceo, è ora accessibile dal sito, in modo che ogni cittadino, a livello locale, possa verificare di quali immobili si tratti ed operare una sorta di capillare vigilanza.

Il successo che ha registrato l'iniziativa (al 15 aprile, 48150 accessi e 710 iscritti alla mailing list) ci spinge a continuare in un lavoro che è molto impegnativo. Infatti, il sito non è legato ad istituzioni o associazioni; ma è nato e cresce grazie all'attività di volontariato.

L'interesse di studenti e giovani studiosi, che hanno firmato in massa l'appello e collaborano fornendo informazioni e contribuendo all'immissione dei dati, ci appare un dato estremamente positivo. Altrettanto confortante è vedere che proprio da specializzandi e dottorandi di storia dell'arte viene anche una sollecitazione all'approfondimento; in questo ambito a Udine, l'associazione Maiè (laureati del corso in conservazione dell'ateneo friulano) organizza con il contributo del Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali e della Scuola di Specializzazione per il 27 ed il 28 maggio un incontro sui nuovi problemi nella gestione del patrimonio artistico, cui parteciperanno giuristi, economisti e storici dell'arte (A. Emiliani, G. Losavio, G. Volpe, S. Settis, ecc.).


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