Alchimie parmigianinesche a Casalmaggiore/Tarlo!
di Katia Malatesta
Di Francesco Mazzola detto il Parmigianino, Giorgio Vasari, nelle due
edizioni delle Vite, offrì un vivido profilo biografico
giocato sul contrasto tra il successo degli anni giovanili ed il declino
dell'ultimo periodo, quando l'artista esasperò con le continue
dilazioni i committenti della chiesa parmense di Santa Maria della Steccata.
A conclusione della vicenda il pittore subì la carcerazione per
inadempienza, seguita nel 1539, pochi mesi prima della morte, dalla fuga
a Casalmaggiore (Cremona).
Tra le ragioni di questa parabola discendente Vasari indicò la
rovinosa passione maturata dall'artista per l'alchimia, suscitando la
viva protesta del trattatista contemporaneo Lodovico Dolce. Dato che il
confronto tra i due autori non fornisce elementi conclusivi, sull'argomento
si è sviluppato un intenso dibattito, fitto di congetture dettate
dall'aura di anticipato "maledettismo" associata all'artista,
come i'idea che Parmigianino sia stato ucciso dai vapori nocivi prodotti
durante gli esperimenti alchemici.
Poco di questa vicenda critica emerge dalla visita della mostra su Parmigianino
e il Manierismo europeo: la pratica dell'alchimia, allestita a Casalmaggiore
presso il Centro culturale Santa Chiara (9 febbraio - 15 maggio 2003,
catalogo Silvana Editoriale). L'esposizione, curata da Sylvia Ferino-Pagden,
intende illustrare il carattere dell'alchimia nell'Europa dei secoli XVI
e XVII, il periodo trascorso da Parmigianino a Casalmaggiore ed il suo
rapporto con l'alchimia, principalmente attraverso una selezione di libri
antichi, dipinti ed incisioni, accompagnata da un'ipotetica ricostruzione
di un antico laboratorio d'alchimista.
Spiace la brevità dell'apparato didattico, che probabilmente risente
della sussidiarietà dell'appuntamento casalese rispetto al grande
evento espositivo organizzato a Parma dal Comitato per le Celebrazioni
del V Centenario della nascita del Parmigianino. Fermo restando il valore
degli oggetti esposti, si stenta a credere che il visitatore non informato
possa giovarsi dell'allestimento; neppure il catalogo, d'altra parte,
soddisfa tutte le curiosità. L'indagine della personalità
di Parmigianino in relazione con la questione dell'alchimia merita un
approfondimento, come la definizione dell'esatta natura della disciplina,
che ad un aspetto protochimico affiancava elementi irriducibili ai canoni
della scienza moderna. La mostra casalese, infatti, asseconda la tendenza
diffusa negli studi sull'alchimia a dilatare il corpus degli scritti e
delle immagini alchemiche fino ad includere rappresentazioni allegoriche
non riconducibili all'ars alchemica propriamente intesa. Il problema del
rapporto di Parmigianino con l'alchimia, in definitiva, attende ancora
un chiarimento.
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