M. Longo-N.
Michelassi, Teatro e spettacolo nella Mirandola dei Pico (1468-1711)
Studi Pichiani, 8, Leo S. Olschki editore, Firenze, 2001, pagg. 280, euro
28,92
di Giovanna Checchi
Per i tipi della casa editrice Olschki è uscito
nel 2001 questo singolare saggio a quattro mani che ha il pregio di affrontare
un argomento piuttosto sconosciuto ai più: la dimensione spettacolare
della corte dei Pico, signori di Mirandola.
Un saggio importante, intelligente, che incanta anche per lo stile dei
due autori. La scelta dell'argomento e la ricercatezza stilistica indicano
senza ombra di dubbio la cifra che contrassegna la "scuola"
di appartenenza dei due giovani autori, ovvero quella dell'insegnamento
di Storia dello spettacolo dell'ateneo fiorentino.
I due studiosi hanno suddiviso il loro magistrale lavoro in quattro capitoli
per poter abbracciare l'intera cronologia pichiana, da Galeotto I a Francesco
Maria. Veniamo così a conoscenza dei numerosi e variegati momenti
di svago e di divertimento che si sono susseguiti, con ritmo invidiabile,
negli oltre due secoli presi in analisi. Seguiamo, dunque, l'instancabile
alternarsi di madrigali, di balletti, di sontuosi banchetti, alle trasgressioni
carnevalesche, alle prodezze equestri, alle battute di caccia all'anatra.
Assistiamo al succedersi di virtuosi e virtuose che si cimentano, per
esempio, nelle "arie da baule" che allietano i banchetti. Veniamo
a conoscenza di esibizioni preziose, quasi insospettabili, di artisti
dai cognomi famosi o addirittura arcinoti. Un caso esemplare è
quello dell'esibizione canora e musicale di Settimia Caccini durante il
banchetto tenuto nel settembre 1612 in onore di Cesare d'Este e dei suoi
figli. Ma tutto il primo Seicento offre moltissime sorprese perché
presso la corte dei Pico ritroviamo i più noti protagonisti di
quello straordinario fenomeno culturale che è stato, in seguito,
definito Commedia dell'Arte. Tra i più celebrati personaggi incontriamo,
negli anni 1616 e 1617, l'attore e drammaturgo Giovan Battista Andreini,
in arte Lelio, capocomico della compagnia dei Fedeli. Che l'Andreini fosse
rimasto pienamente soddisfatto del suo soggiorno presso i signori di Mirandola
è testimoniato dall'elegante edizione a stampa de La Maddalena.
Pubblicata nel 1617, questa sacra rappresentazione - definita anche "dramma
sacro" - è dedicata proprio ad Alessandro Pico. Non sappiamo
se tale dramma sacro sia stato mai realmente messo in scena a Mirandola.
Pare invece che sia stato recitato proprio dai Fedeli e nell'anno stesso
della pubblicazione, durante i festeggiamenti allestiti a Mantova per
le nozze tra il duca Ferdinando Gonzaga e Caterina dei Medici. Attraverso
la ricca documentazione diaristica ed epistolare relativa a tutte le mirabolanti
feste nuziali della nobile famiglia Pico ecco dunque emergere i complessi
rapporti con le altre corti. Intrecci familiari, strategie matrimoniali
ma anche palesi invidie per quel tal comico o per quella tal compagnia
già al servizio dei cugini o dei cognati o dei suoceri. Da qui
i dubbi e gli interrogativi: sarà possibile avere a corte quella
cantante? Oppure: quali attori potremo sfoggiare per il prossimo Carnevale?
Domande che oggi forse ci appaiono banali o addirittura assurde, specialmente
se formulate all'interno di un casato che ebbe tra i suoi figli quel genio
di Giovanni (che la testa ebbe impegnata su quesiti ben più impegnativi),
ma che facevano parte di una mentalità, di un'epoca, di una politica
fortemente incentrata sullo sfoggio e sull'autocelebrazione. E la ricca
documentazione raccolta da Longo e Nichelassi testimonia quante energie
venivano spese per la ricerca dei comici, per l'ingaggio, per assicurarsi
gli artisti più bravi e famosi.
Estremamente preziose le sezioni riguardanti i Documenti, i Testi e, infine,
la Cronologia degli spettacoli.
Se foste incuriositi dal mirabile microcosmo della nobile famiglia romagnola
potete facilmente rintracciare in libreria gli altri saggi di Studi Pichiani
pubblicati, sempre dalla casa editrice fiorentina Olschki, sotto l'egida
del Centro Internazionale di Cultura "Giovanni Pico della Mirandola".
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