Parole e immagini. Giornata di Studi a Pisa, 21-22 maggio
di Giovanna Rizzarelli

«Che felice mestiere quello del pittore, paragonato a quello dell'uomo di lettere! - si legge nel Diario dei fratelli Goncourt in data 1 maggio 1869 - All'attività felice della mano e dell'occhio dell'uno corrisponde il supplizio del cervello del secondo; e il lavoro che per l'uno è un godimento per l'altro è una pena».
Questa citazione, significativamente selezionata da Italo Calvino per recensire una mostra di scrittori-pittori, ci ricorda l'atavica disputa sul rapporto tra le
arti sorelle: poesia e pittura.
Sorelle-rivali che spesso hanno lottato per un posto d'onore nell'
Olimpo della cultura, ma che ancor più spesso si sono strette per mano emulando l'una le magie dell'altra. A questa gelosia e a questo amore si ispirano le due giornate di studi che hanno avuto come promotrice la Scuola Normale Superiore.

Ormai da molti anni l'interdisciplinarietà fiorisce nel nostro paese, e non solo; ed in queste due giornate si sono voluti ricordare i territorio di confine tra gli studi letterari e quelli storico artistici e gli stimoli che riceve la ricerca quando riscopre la validità e reversibilità del celebre precetto oraziano: ut pictura poesis.
La prima parte del convegno è stata dedicata alle mnemotecniche e alla memoria
tout court. Mary Carruthers (New York University) ha sottolineato i particolari usi di queste tecniche per la predicazione e la meditazione nel Medioevo.
L'arte della memoria, conosciuta, praticata e tramandata dai retori classici consentiva di memorizzare lunghi discorsi, visualizzandone i contenuti in luoghi fisici percorribili.
A sostenere la fondatezza di tali tecniche è intervenuto Lamberto Maffei (Istituto di Neurofisiologia del CNR) che ha esposto i meccanismi su cui si fonda la memoria: l'uso di immagini. Il deposito, enfaticamente immaginato dai retori classici, esiste veramente nel nostro cervello ed immagazzina sotto forma di stimoli nervosi (immagini) le esperienze vissute.
Successivamente i lavori sono tornati a concentrarsi sul rapporto immagini-letteratura, lasciando spazio a due giovani studiosi: Luca Ragazzini ed Andrea Torre (Scuola Normale). Quest'ultimo ha svelato un aspetto poco noto di uno dei poeti più noti della nostra letteratura: Petrarca e l'arte della memoria. Nel pomeriggio Petrarca ha continuato ad essere il protagonista dei lavori. Si è riservata particolare attenzione al suo rapporto con l'arte figurativa, come hanno ricordato Maria Monica Donato (Università di Parma) e Roberto Fedi (Università di Perugia).
Il dialogo tra le discipline ha fatto sì che trovasse spazio nel convegno anche il cinema, che fonda la sua forza comunicativa proprio sull'unione di parole ed immagini. La prima giornata si è chiusa con la proiezione del
Mnemonista, di Paolo Rosa, che mette in scena la tragedia di un uomo dalla memoria prodigiosa. Una memoria ipertrofica, involontariamente capace di utilizzare le tecniche degli oratori classici, e che finisce per fagocitare ogni istante dell'esistenza del protagonista, privandolo del rassicurante silenzio della dimenticanza.
La seconda giornata è stata dedicata all'esposizione di numerosi progetti, accomunati dalla duplice attenzione alle parole ed alle immagini: un archivio di "sogni letterari", un atlante delle immagini della memoria, una biblioteca mitografica europea.
Ancora a dimostrazione dell'apertura interdisciplinare del convegno sono intervenuti anche Ernesto Franco (direttore editoriale Einaudi) e Stella Casiraghi (Piccolo Teatro di Milano).
Tutti questi progetti nascono, dunque, dalla medesima esigenza: esplorare in modo sempre più agevole gli straordinari mondi che le due
arti sorelle hanno saputo creare.